Sobre la Humanidad

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"La mia non è oscenità ma lotta alla retorica che nonostante il cosiddetto progresso continua a condizionarci. Il guaio è che la gente è innamorata dei suoi miti e non sempre gradisce di vederseli demolire".

"Lo mío no es obscenidad sino una lucha contra la retórica que continúa influyendo en nosotros a pesar del llamado progreso. El problema es que la gente está enamorada de sus mitos y no siempre les gusta verlos demolidos".

Fabrizio de André sobre "Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers"
(Sobre Fabrizio / Sobre Canciones)

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"Il cuore di un Anarchico sanguina sempre, il mio, perchè sono consapevole che Anarchia è solo pura utopia, e perchè il mondo che osservo con i miei occhi non m i piace, e lo vorrei diverso ... Vorrei che nessuno sia padrone e che nessuno sia più servo.
Vorrei che l'uomo riesca finalmente ad autogestirsi e a collaborare con gli altri della sua specie. Vorrei non avere più nessun uomo politico che gestisca il mio futuro e quello di migliaia di altre persone. Vorrei che nessuno più sia mercenario di guerra al servizio del potere. Vorrei che l'uomo non abbia più inibizioni come una legge imposta dall'alto e che l'unica legge sia la nostra morale. Vorrei che la gente smetta in credere in valori sbagliati come il consumismo. Vorrei che l'uomo fosse finalmente libero".

"El corazón de un anarquista sangra siempre, el mío, porque soy consciente de que Anarquía es sólo pura utopía, y porque el mundo que observo con mis ojos no me gusta, y lo quiero diferente ... Ojalá nadie sea dueño y que nadie sea más sirviente.
Me gustaría que el hombre pueda finalmente autogestionarse y colaborar con los demás de su especie. Desearía no tener ningún hombre político que gestiono mi futuro y el de miles de otras personas. Ojalá nadie más sea mercenario de guerra al servicio del poder. Ojalá el hombre no tenga más inhibiciones como una ley impuesta desde arriba y que la única ley sea nuestra moral. Me gustaría que la gente deje de creer en valores equivocados como el consumismo. Ojalá el hombre fuera finalmente libre".

Fabrizio de André (Sobre Fabrizio)

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Non è che la cosa sia stata escogitata tanto per fare qualcosa di diverso. Io ho sempre pensato – e la scienza pare darmi ragione – che l'uomo e la donna vivano in due mondi completamente diversi; due mondi che, fortunatamente, si incontrano, altrimenti non staremmo neanche qui a chiacchierare, ovviamente. Recenti studi di antropometria – una parola difficilissima –, cioè la misura dell'uomo, hanno dimostrato che le componenti chimiche del cervello dell'uomo sono diverse dalle componenti chimiche del cervello della donna. Addirittura, stessi studi analoghi hanno dimostrato che ad identiche sollecitazioni l'uomo e la donna rispondono in maniera diversa. Addirittura nella scelta dei colori. Ma, indipendentemente dalle motivazioni scientifiche, io – che ho vissuto i miei cinquantadue anni in maniera pienotta – direi che ho constatato sinceramente questa differenza proprio da lì. E per me il mondo della donna è sempre apparso, almeno ai miei occhi, come un po' il mondo del sacrificio. Il sacrificio, prima di tutto, della maternità. È sicuramente una malattia sconosciuta all'uomo, al maschio; una malattia che dura nella sua fase acuta per nove mesi e poi continua, mi pare d'aver capito, per tutta la vita. Un altro sacrificio, forse il più doloroso di tutti – e si sa che attraverso il dolore si può raggiungere anche la santificazione – è quello della prostituzione. E direi, da un po' di tempo a questa parte, recentemente, da dieci o quindici anni, le giovani generazioni femminili si stanno dedicando ad un altro sacrificio, che fino a dieci o quindici anni fa sembrava scomparso. È il rispetto del tabù della verginità. Infatti, oggi non si può più dire come si diceva una volta, quella famosa battuta: "Per trovare la vergine bisogna trovare la bambina di quattro anni che corra molto più in fretta di suo fratello". Oggi non si sente più dire. Oltre che essere un sacrificio per loro, ovviamente, è un sacrificio anche per noi; ma parte in ogni caso da loro. Là dove io vedo, appunto, il mondo della donna come il mondo del sacrificio, vedo invece il mondo dell'uomo un po' come il mondo della prevaricazione, non disgiunta la maggior parte delle volte dall'optional della violenza. Ora, detto questo, non è che io abbia voluto dire che le donne son tutte delle sante – ci mancherebbe altro. Anzi, qualcuna, forse, stufa di fare sacrifici, fa anche qualche grossa cazzata; questo è indubbio. E si possono anche fare delle battute sulle donne. Si può dire, per esempio, che gli scapoli le conoscono molto meglio degli sposati, altrimenti si sarebbero sposati. Ma mi pare che la battuta più… feroce, forse, e anche più acuta, l'abbia fatta proprio una donna nei confronti del genere femminile, ed era un'intellettuale verso la fine del Settecento: una certa Madame de Staël. Quando le hanno chiesto: "Che cosa pensa lei, signora, della sua condizione femminile?", lei rispose: "Io sono soprattutto molto contenta di non essere un uomo, perché altrimenti mi sarebbe toccato di sposare una donna". Di peggio si potrebbe dire ovviamente degli uomini, ma di questo ci occuperemo nella seconda parte e forse non sarà neanche il caso di dilungarsi troppo: basterà semplicemente seguire il filo delle canzoni.

No es que la cosa haya sido ideada solo para hacer algo diferente. Siempre he pensado - y la ciencia parece darme la razón - que el hombre y la mujer viven en dos mundos completamente diferentes; dos mundos que, afortunadamente, se encuentran, de lo contrario ni siquiera estaríamos aquí para charlar, obviamente. Los estudios recientes sobre antropometría, una palabra muy difícil – que significa cuál es la medida del hombre como especie - han demostrado que los componentes químicos del cerebro del hombre son diferentes de los componentes químicos del cerebro de una mujer. De hecho, los mismos estudios han demostrado que ante el mismo estrés el hombre y la mujer responden de manera diferente. Incluso en la elección de los colores. Pero, independientemente de las motivaciones científicas, yo, que he vivido mis cincuenta y dos años de manera poco sistemática, diría que realmente he verificado esta diferencia. Y para mí, el mundo de las mujeres siempre me ha parecido, al menos en mi opinión, como un poco el mundo del sacrificio. El sacrificio - sobre todo - de la maternidad. Ciertamente es una enfermedad desconocida para el hombre, el macho; una enfermedad que dura en su fase aguda nueve meses y luego continúa, según mi punto de vista, durante toda la vida. Otro sacrificio, quizás el más doloroso de todos - y sabemos que a través del dolor también se puede lograr la santificación - es el de la prostitución. Y diría que, desde hace algún tiempo, recientemente, durante diez o quince años, las jóvenes generaciones femeninas se están dedicando a otro sacrificio que ya parecía haber desaparecido. Es el que se refiere al tabú de la virginidad. De hecho, hoy ya no podemos decir, como decíamos antes en ese famoso chiste: "Para encontrar a la virgen, debes encontrar a la niña de cuatro años que corre mucho más rápido que su hermano". Hoy ya no lo oímos. Además de ser un sacrificio para ellas, obviamente, también es un sacrificio para nosotros; Pero parte en cualquier caso de ellas. Donde veo, de hecho, el mundo de las mujeres como el mundo del sacrificio, veo también en el mundo del hombre el mundo del abuso, no separado en la mayor parte del tiempo del deseo de violencia. Ahora, habiendo dicho esto, no es que quisiera decir que las mujeres son todas santas; hay más. De hecho, algunas, quizás, cansadas ​​de hacer sacrificios, también meten mucho la pata; Esto es indudable. Y también se pueden hacer bromas sobre mujeres. Se puede decir, por ejemplo, que los solteros conocen mucho mejor a las casadas, de lo contrario se casarían. Pero me parece que la broma más ... feroz, quizás, e incluso la más aguda, la ha dicho una mujer con respecto al género femenino, y fue una intelectual hacia fines del siglo XVIII: una tal Madame de Staël. Cuando le preguntaron: "¿Qué piensa, señora, de su condición femenina?", Ella respondió: "Estoy especialmente muy feliz de no ser hombre, porque de lo contrario tendría que casarme con una mujer". Por supuesto, se podría decir cosas peores de los hombres, pero nos ocuparemos de esto en la segunda parte y tal vez ni siquiera sea el caso ir demasiado lejos: simplemente sigan el hilo de las canciones.

(Fabrizio de André, presentación de la canción 'Vía del campo' durante un concierto en Nápoles el 2 de febrero de 1993)

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L'invidia oppone gli umili ai potenti ma anche i potenti agli umili: il potere ci invidia quello che non può avere: l'innocenza, la solidarietà, l'utopia.
Quan to alla scienza, la sua funzione dovrebbe essere quella di migliorare la nostra vita. Invece si mette al servizio del potere implicitamente contro o malgrado noi.

La envidia opone a los humildes contra los poderosos, pero también a los poderosos contra los humildes: el poder nos envidia lo que no puede tener: la inocencia, la solidaridad, la utopía.
En cuanto a la ciencia, su función debería ser mejorar nuestra vida. En cambio, se pone al servicio del poder implícitamente contra o a pesar de nosotros.

Fabrizio de André

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Non sono un personaggio, non ho quindi bisogno di cambiare. Al contrario vorrei che cambiasse un po' il mondo, che è sempre stupidamente uguale, monotono, assurdamente ed inutilmente cattivo.

No soy un personaje, no necesito cambiar. Al contrario, quiero que cambie un poco el mundo, que es siempre estúpidamente igual, monótono, absurdamente e innecesariamente malo.

Fabrizio de André (Sobre Fabrizio)
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Credo che l'uomo, per salvarsi, debba sperimentare l'angoscia della solitudine e dell'emarginazione. La solitudine, come scelta o come costrizione, è un aiuto: ti obbliga a crescere. Questa è la salvezza.

Creo que el hombre, para salvarse, debe experimentar la angustia de la soledad y la marginación. La soledad, como elección o coacción, es una ayuda: te obliga a crecer. Esta es la salvación.

Fabrizio de André (Sobre la Soledad)

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"È molto più difficile essere capiti facendo del bene che del male".

"Es mucho más difícil ser entendido haciendo el bien que el mal".

Fabrizio de André (Sobre Fabrizio)

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"Le canzoni quindi servono a formare una coscienza. Sono una piccola goccia dove servirebbero secchi d'acqua. Cantare, credo che sia un ultimo grido di libertà. Forse il più serio. Scrivere canzoni sta diventando una responsabilità sociale, ma se ne sono accorti in pochi. Esse entrano a far parte del patrimonio culturale di un popolo, sono parte della coscienza".

"Las canciones sirven para formar una conciencia. Son una pequeña gota de agua donde se necesitarían cubos. Cantar, creo que es un último grito de libertad. Quizás el más serio. Escribir canciones se está convirtiendo en una responsabilidad social, pero se encuentra en pocas. Se vuelven parte del patrimonio cultural de un pueblo, forman parte de la conciencia. "
Fabrizio de André. (Sobre la Soledad)

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“Se il mondo ti frantuma ti puoi salvare soltanto rifugiandoti nella natura come nel grembo di una madre”.

"Si el mundo te rompe, sólo te puedes salvar en la naturaleza como en el vientre de una madre"
Fabrizio de André.

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"'La citta vecchia' è una canzone che risale al 1962, dove dimostro di aver sempre avuto, sia da giovane che da anziano, pochissime idee ma in compenso fisse. Nel senso che in questa canzone già esprimo quello che ho sempre pensato, che ci sia ben poco merito nella virtù e ben poca colpa nell'errore, anche perché non ho ancora capito bene, malgrado i miei 58 anni, che cosa sia esattamente la virtù e cosa esattamente sia l'errore, perché basta spostarci di latitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa. Non parliamo poi dello spostarci nel tempo: c'erno morali nel medioevo e nel rinnascimento che oggi non sono più assolutamente riconosciute.
Oggi noi ci lamentiamo, vedo che c'è un gran tormento sulla perdita di valori. Bisogna aspettare di storicizzarli. Io penso che non è che i giovani di oggi non abbian valori. Hanno sicuramente dei valori che non siamo riusciti a capir bene. Perché siamo troppo affezionati ai nostri. Tutto questo per dire io non ho nessuna verità assoluta in cui credere, che non ho nessuna certezza in tasca e quindi non la posso neanche regalare a nessuno. Va già molto bene se riesco a regalarvi qualche emozione.

"'La citta vecchia' es una canción que data de 1962, donde muestro que siempre tuve, tanto de joven como de mayor, muy pocas ideas, pero por otro lado, fijas. En el sentido de que en esta canción ya expreso lo que siempre he pensado, que hay muy poco mérito en la virtud y muy poca culpa en el error, aunque todavía no he entendido bien, a pesar de mis 58 años, qué es exactamente la virtud y qué es exactamente el error, porque es suficiente moverse de latitud y ver cómo los valores se vuelven negativos y viceversa. Y no hablemos de movernos en el tiempo: había una moral en la Edad Media y en el Renacimiento que hoy ya no es reconocible en absoluto.
Hoy nos lamentamos, veo que hay un gran tormento sobre la pérdida de valores. Debemos esperar para historizarlos, para tener una perspectiva temporal. Creo que no es que los jóvenes de hoy no tengan valores. Ciertamente tienen valores que no hemos podido comprender bien. Porque estamos muy apegados a lo nuestro. Todo esto para decir que no tengo una verdad absoluta en la que creer y, por lo tanto, no puedo dársela a nadie. Ya es muy bueno si puedo ofreceros alguna emoción".

Fabrizio de André. (Sobre Fabrizio / Sobre Canciones)

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"Questo nostro mondo è diviso in vincitori e vinti... dove i primi sono tre e i secondi tre miliardi. Come si può essere ottimisti?"

"Nuestro mundo está dividido en ganadores y perdedores... donde los primeros son tres y los segundos tres mil millones. ¿Cómo se puede ser optimista?"

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"Per me dietro ogni barbone si nasconde un eroe. È la fuga dal branco che ci porta a maturare spiritualmente".

"Para mí detrás de cada vagabundo se esconde un héroe. Es la huida de la manada lo que nos lleva a madurar espiritualmente".

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"La curiosità per un luogo, per una persona, forse è la sola vera forma d'amore di cui un uomo riesca ad essere onestamente capace".

"Quizás la capacidad más honesta de un hombre de amar de una forma verdadera, es la curiosidad por un lugar, por una persona".

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Don Andrea Gallo:

“ … oltre ai quattro testi "canonici", ho da sempre un quinto evangelo, quello secondo De André. È la mia Buona Novella laica ... è l'eco delle parole dell'uomo di Nazareth che, ne sono certo, affascinò il mio amico Fabrizio … la strada mi ha confermato quel che Fabrizio aveva intuito: "Dai diamanti non nasce niente, dal letame sbocciano i fior" ... Sono un "pescatore di uomini" che "versa il vino e spezza il pane per chi dice ho sete e ho fame"… quel "mond o degli ultimi" - degli emarginati, degli esclusi, dei tossici, delle prostitute - in cui Faber trovò la sua ispirazione … Dori Ghezzi ha sempre affermato: "Fabrizio è di tutti". È verissimo ... Dagli anni Sessanta a oggi mi sono sentito "evangelicamente coinvolto" dalla creazione artistica del grande cantautore genovese … Fabrizio, ancora giovane liceale, mi folgorò con un suo componimento scolastico dal quale già traspariva l'insofferenza nei confronti del potere e l'intolleranza verso le istituzioni ingiuste. Aveva solo diciassette anni, ma le sue parole erano già colme di forza e di compassione. La nostra amicizia fiorì passeggiando per le vie del ghetto di Genova, calpestando il selciato di quella via del Campo dove ancora oggi mi pare che a un tratto debbano sbucare i personaggi delle sue canzoni ... L'apice di questo fascino è rappresentato emblematicamente dai due protagonisti della celeberrima Il Pescatore. L'assassino e il pescatore incarnano la vita come "cammino" e "incontro", prescindendo da qualsiasi pregiudizio sull'altro. L'intesa sfuggente tra i due è un lampo di luce tra due oscurità ... In De André è palese e netta una voce che parte dal profondo per gridare giustizia … Sono sempre stato attratto dal desiderio di riscatto della condizione umana emarginata. È il fulcro del cristianesimo ... È messaggio evangelico, è Buona Novella. Cantando con Faber si diventa consapevoli di partecipare a un rito importante … C'è la condizione del privilegio della poesia musicale nel momento in cui diventa coscienza civile, comprensione umana, preghiera, guerra all'ipocrisia, amore per i derelitti e gli ultimi … I suoi personaggi appaiono ricchi di una fragilità che ce li rende cari, proprio come le figure del Vangelo di Gesù, capaci di coinvolgerci fino a seguirle fra i vicoli della città vecchia e nelle periferie. Quanti Michè, Marinella, Bocca di Rosa mi tornano in mente … Nella realtà in cui siamo immersi - complessa e triste, impaurita e militarizzata, con una politica allo sbando - sarà la poesia a salvarci...”

"Además de los cuatro textos 'canónicos', siempre tengo un quinto evangelio, el 'Evangelio según De André'. Es mi nueva Buena Novela ... es el eco de las palabras del hombre de Nazaret que, estoy seguro, fascinaron a mi amigo Fabrizio... el camino me confirmó lo que Fabrizio había adivinado: 'De los diamantes no nace nada, desde el estiércol florecen las flores'... 'Soy un pescador de hombres que vierte el vino y rompe el pan para quien dice tengo sed y tengo hambre' ... Es en ese 'mundo de los últimos' - de los marginados, de los excluidos, de los drogadictos, prostitutas - donde Faber encontró su inspiración... Dori Ghezzi siempre dijo: 'Fabrizio es de todos'. Es cierto... desde los años sesenta hasta hoy me he sentido 'evangelicamente implicado' desde la creación artística del Gran Compositor genovés... Fabrizio, todavía siendo yo un joven estudiante de escuela secundaria, me sorprendió con su composición escolar, desde la cual ya se veía la intolerancia hacia el poder y la intolerancia hacia las instituciones injustas. Sólo tenía yo diecisiete años, pero sus palabras estaban llenas de fuerza y compasión. Nuestra amistad floreció paseando por las calles del gueto de Génova, pisando el pavimento de esa 'Via del Campo' donde todavía hoy me parece que de repente pueden aparecer los personajes de sus canciones... El punto culminante de este encanto es representado por los dos protagonistas de la famosa 'Il Pescatore'. El asesino y el pescador encarnan la vida como 'camino' y 'encuentro', independientemente de cualquier prejuicio sobre el otro. El entendimiento entre los dos es un destello de luz entre dos tinieblas... En De André es evidente y clara una voz que parte desde el fondo para gritar justicia... Siempre me ha atraído el deseo de rescate de la condición humana marginada. Es el núcleo del cristianismo... es un mensaje evangélico, es una 'Buena Nueva'. Cantando con Faber uno se hace consciente de participar en un rito importante... existe la condición del privilegio de la poesía musical en el momento en que se convierte en conciencia civil, comprensión humana, oración, guerra contra la hipocresía, amor por los desamparados y los últimos... Sus personajes parecen ricos en una fragilidad que nos hace que sean seres queridos, al igual que las figuras del Evangelio de Jesús, capaces de involucrarnos hasta seguirlas entre los callejones del casco antiguo y los suburbios. Cuántos Michè, Marinella, Bocca di Rosa me vienen a la mente... En la realidad en que estamos inmersos - compleja y triste, temerosa y militarizada, con una política a la deriva - será la poesía un salvavidas..."

(Diario de Don Andrea Gallo)

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"Non c'è speranza nell'uomo se non nell'amore che uccide l'odio, nella carità che uccide cupidigie, e rancori, e ingiustizie. I potenti rammentino che la felicit à non nasce dalla ricchezza né dal potere, ma dal piacere di donare. La morte è rimorso per chi non ha saputo aprirsi, in vita, alla compassione".

"No hay esperanza en el hombre sino en el amor que mata al odio, en la caridad que mata a la codicia, a los rencores y a las injusticias. Los poderosos recuerden que la felicidad no nace de la riqueza ni del poder, sino del placer de dar. La muerte es remordimiento para aquellos que no se han abierto, en vida, a la compasión".

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